I bombardamenti aerei sulla
città
Con l’elenco di tutti
i caduti civili dei bombardamenti aerei
Il primo bombardamento - 14 Febbraio 1944
Il secondo bombardamento - 13 Maggio 1944
I danni dei bombardamenti aerei a Modena e Provincia
I bombardamenti aerei sulla città di Modena |
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LUNEDI 14 FEBBRAIO 1944 Da parecchio tempo le sirene, che segnalavano ai modenesi gli allarmi
aerei e la possibilità di incursioni, laceravano l'aria sempre più
frequentemente. Le formazioni aeree angloamericane avevano ormai conquistato
la supremazia dei cieli di tutta
Europa e in particolare su quelli italiani; già moltissime città del
Centro-Nord avevano subito pesanti bombardamenti e la possibilità di
contrastare le centinaia di aerei delle forze alleate da parte della caccia
italiana e tedesca, malgrado i numerosi episodi di eroismo dei pochi piloti
della rinnovata aviazione repubblicana, andava sempre più riducendosi. A Modena il terrore dal cielo arrivò di Lunedì, poco dopo l'ora di
pranzo. L'allarme aereo aveva avvertito i cittadini, ma ben pochi si erano
recati nei rifugi, che in realtà erano delle grandi buche ricoperte di sacchi
di sabbia e di terra e che, data la loro limitata consistenza avrebbero
tutt'al più protetto dagli spezzoni delle micidiali bombe sganciate dalle
formazioni anglo-americane. La maggior parte di cittadini era dunque rimasta nelle case e si
limitava a guardare, come in tante altre circostanze, il passaggio di tutti
quegli aerei. Il cielo era limpido, i bambini nei cortili o dalle finestre
delle case si additavano quelle grosse macchine volanti che, malgrado
l'altitudine, facevano un rumore assordante. Tutti pensavano fossero diretti verso i grandi centri industriali del
nord, dato che Modena poteva offrire solamente bersagli di ben limitata portata
e di scarso interesse militare. Ma ormai la guerra terroristica, anche dal
cielo, aveva preso il sopravvento sulla guerra guerreggiata. Così come gli
agguati e le imboscate partigiane aumentavano via via di intensità con
l'incrementarsi degli aiuti anglo-americani, anche la guerra aerea era
programmata con incursioni esclusivamente terroristiche, su obbiettivi di
ogni tipo e particolarmente contro le inermi popolazioni. Queste incursioni
avevano lo scopo principale di spezzare il morale della gente comune che,
ovviamente, veniva a trovarsi in prima linea e altro non poteva sperare se
non in una veloce conclusione di tanto massacro. La guerra psicologica, fatta appunto di azioni terroristiche, di
bombardamenti a tappeto, di mitragliamenti continui, di spezzonamenti
notturni, di continue trasmissioni radiofoniche tendenti alla frattura del
fronte interno, fù un arma micidiale che i comandi delle potenze militari
"alleate" misero in atto con spietata ferocia e con particolare
dovizia di mezzi. Modena era ancora, in quei giorni, una città piena di vita e di
attività e la maggioranza della popolazione era rimasta, malgrado gli esempi
della città vicine, come Bologna e Reggio Emilia, più volte duramente
colpite: tutti confidavano sull'ipotesi che, ben difficilmente gli
angloamericani, avrebbero attaccato un centro di scarsa importanza
strategica. Alle 13,30 si scatenò su Modena il finimondo; centinaia e centinaia
di bombe piovvero dal cielo in pochi minuti; scene di panico avvennero
ovunque, si correva fuori dalle case con il cuore in gola a cercare scampo,
mentre tutto sussultava e la terra tremava come in un violento terremoto; una
polvere bianca aveva coperto tutta la città colpita in vari quartieri. Quando la nube cominciò a diradarsi, la tragedia apparve in tutta la
sua vastità. Vennero particolarmente devastate le zone della Sacca e di San
Cataldo, molte bombe caddero attorno alla stazione ferroviaria che non subì
gravi danni, era la zona dove abitava l'estensore di queste note e che subì
pesantemente tutta la violenza di quella incursione al margine del cavalcavia
che da Corso Vittorio Emanuele porta nella zona al di là della ferrovia;
danni enormi al contrario subirono numerosi stabilimenti e case di abitazione
civile nelle zone circostanti; saltò in aria la conceria pellami, nel luogo
ove attualmente sorgono gli edifici delle scuole Ferraris; vennero colpite
varie scuole elementari, le De Amicis, le Campori, le Carmelo Borg Pisani e
fortunatamente le lezioni erano state terminate da poco; moltissimi palazzi
vennero totalmente distrutti, specialmente in Viale Crispi; altre bombe
caddero un pò ovunque: in Via Emilia Ovest, nei Viali del Parco e nei
giardini pubblici. I morti furono oltre cento,(15) e parecchie centinaia
furono i feriti. I danni alle cose incalcolabili. Ha inizio in questo modo la serie dei pesanti bombardamenti che
colpiranno la città e la Provincia modenese sino al termine della guerra;
centri come Pavullo, Vignola e tanti altri paesi subirono enormi distruzioni
e grosse perdite tra la popolazione civile. La maggior parte di questi
bombardamenti non portò danni consistenti nè alle strutture dell'esercito
tedesco, né alle strutture industriali e tanto meno agli obbiettivi militari;
subirono invece distruzioni ingenti moltissimi monumenti ed opere d'arte,
oltre alla distruzione di interi quartieri popolari. Dopo il secondo bombardamento di Modena, come vedremo, vi fù anche un
grosso dissidio nello schieramento clandestino antifascista. Và inoltre
ricordato che molti degli obbiettivi da colpire, ma che in realtà quasi mai
erano centrati, venivano comunicati alle forze angloamericane da speciali
formazioni partigiane munite di radiotrasmittente ed in collegamento con i
comandi militari anglo-americani. Modena entra così nell'occhio del ciclone della guerra. Nessuno aveva
più scampo, militari e civili erano continuamente bersagliati dagli attacchi
aerei e dalle imboscate sulle strade; la città dopo questa bestiale
aggressione cominciò a svuotarsi, tutti coloro che potevano rifugiarsi da
amici o parenti nelle campagne, scapparono; ebbe inizio così il triste esodo
degli "sfollati" con tutti i drammi umani che si portò dietro.(15bis) I bombardamenti massicci i mitragliamenti a bassa quota su tutto ciò
che si muoveva di giorno, il terrore notturno con i lanci isolati ed
indiscriminati di bombe da parte di aerei che la popolazione chiamava
"Pippo", avevano creato in tutti una vera e propria psicosi,
d'altronde ben comprensibile, al minimo rumore di aereo. I militari della RSI che rimasero vittime del primo bombardamento
aereo su Modena furono: il caposquadra della GNR: ROSSI
ITALO,(16) il soldato: SAGUATTI
VINCENZO,(17) e il sottotenente: SAPIENZA
DOMENICO.(18) E il funzionario della Amministrazione civile, Direttore delle Off.
Comunali del Gas di Modena: BONI GUIDO
(18bis) MARTEDI 15 FEBBRAIO 1944 Malgrado il terrificante bombardamento sulla città e mentre ancora si
scavava alla ricerca di persone sotto enormi cumuli di macerie, il giornale
locale esce con un ampio resoconto della bestiale incursione anglo-americana.
Sottolineando inoltre: "il miserabile
comportamento, il cieco egoismo dei soliti borghesi muniti di macchina, che
non hanno sentito il bisogno di mettere a disposizione le loro vetture per i
primi soccorsi,"(19) IL SECONDO BOMBARDAMENTO AEREO SU MODENA Alle ore 14,35, Modena subisce il secondo e più terrificante
bombardamento, superiore per danni, distruzioni e vittime a quello, già pesante,
del mese di Febbraio. A ondate successive, le formazioni dei bombardieri
angloamericani, le famose fortezze volanti, scaricarono, indiscriminatamente
dal cielo, sulla nostra città, tonnellate e tonnellate di bombe; furono
quindici minuti lunghissimi; i bombardieri alleati dimostrarono ancora una
volta, che il loro impegno principale era quello di seminare il terrore tra
la popolazione civile, senza curare minimamente gli obiettivi militari. Il
centro della città subì gravissimi danni; venne semidistrutta la Chiesa di
San Vincenzo, completamente distrutta la Chiesa dei Servi, di cui oggi
rimane, simbolicamente, il vecchio campanile, unica parte rimasta integra,
della Chiesa. Gravissime lesioni subirono, il Tempio Monumentale dei Caduti e
la Chiesa di San Domenico; il Duomo cittadino subì gravi danni, in
particolare modo alla “Porta dei Principi”; sembrava che dal cielo fosse
stato preordinato un preciso disegno per la distruzione dei monumenti storici
e dei luoghi di culto. Danni enormi subirono, il Palazzo delle Poste, il Palazzo Ducale,
l’Arcivescovado, il Portico del Collegio, ecc. Ai mulini nuovi venne colpito un ponte sul canale Naviglio, sotto al
quale si erano rifugiati i bambini e le suore del vicino asilo; fu una vera e
propria carneficina. Venne anche colpita la Caserma “Ciro Menotti” sede della
Scuola Allievi Ufficiali della GNR. Vi trovarono la morte i sottoelencati allievi: FEDRIZZI LINO, FICINI DELFO, FERRI ASCENZIO, MERLI DINO,
MOSTACCHIETTI LEONIDA, (vedi
fotografia)SPANO GEROLAMO.(28) e il soldato: UGOLINI ENNIO(28bis) Oltre un centinaio furono i caduti civili.(29) Alla sera, mentre ancora si scavava alla ricerca dei sepolti sotto le
macerie, e la città era ancora sotto l’impressione del bestiale attacco
aereo, la Voce di Londra diede comunicazione, nel suo notiziario, che
apparecchi delle forze alleate, avevano bombardato, con buon esito,
appostamenti militari germanici alla periferia di Modena. I cittadini modenesi che ascoltarono quella notizia e che avevano
subito quel terribile bombardamento terroristico, si resero conto che la
propaganda “alleata” si basava su
falsi clamorosi e non veniva tenuta in nessun conto la popolazione civile. Dopo questo terrificante bombardamento andò maggiormente acuendosi la
crisi in campo antifascista; si aggravarono i rapporti che componevano il CLN
clandestino. “Il contrasto tra le
tendenze assunse un carattere drammatico nella riunione del CLN che si tenne
il 15 Maggio. Il rappresentante del Psiup invitò i presenti a votare un
ordine del giorno nel quale si invitava il movimento antifascista a
solidarizzare con le vittime del bombardamento alleato e a contribuire alla
sottoscrizione lanciata dall’ organo fascista “Valanga Repubblicana”. Il
socialista chiese inoltre che fosse pubblicamente stigmatizzato il
comportamento dei “pirati dell’aria” angloamericani e venisse formulata la
minaccia di ritirare l’appoggio alla causa delle Nazioni Unite, qualora gli
alleati non avessero posto un termine al
loro brutale e ingiustificato massacro della classe lavoratrice. Uno dei presenti alla riunione
rivelò, anni dopo, che per poco la seduta non si concluse con una sparatoria.
Il rappresentante comunista, Alfeo Corassori, divenuto poi Sindaco di Modena,
nell’ascoltare infatti le proposte avanzate dal delegato socialista non riuscì
a padroneggiare i propri nervi ed esplose in minacce ed insulti. Gridando che
la federazione socialista modenese era caduta nelle mani di un gruppetto di
vili e provocatori, sottolineò che il suo partito non avrebbe mai accettato
di sottoscrivere la “vergognosa capitolazione” proposta dal rappresentante
socialista. Se era necessario, aggiunse, il PCI avrebbe continuato da solo la
lotta contro i fascisti e i tedeschi. Poi formulando una chiara minaccia che
tutti i presenti intesero, il delegato comunista affermò che i gappisti non
sarebbero stati con le mani in mano e che se la situazione lo avesse
richiesto ci sarebbe stato piombo per tutti, sia per i fascisti che per i
falsi antifascisti.”(30) Questa serie di minacce
raggiunse il suo scopo e i rappresentanti della Democrazia Cristiana e del
Partito Liberale respinsero l’ordine
del giorno socialista, proponendo una sorta di compromesso che, “pur
condannando l’incursione aerea del 13 maggio”, non raggiungeva però la formulazione
socialista. Il tentativo d’accordo fu vano in quanto il rappresentante
socialista, precisando che loro non erano disposti a subire ricatti comunisti, abbandonò la riunione. Nei giorni
successivi si aggravò la tensione; il componente socialista si rifiutava di partecipare ad altre riunioni,
creando così una netta frattura in seno al CLN modenese.(31) Poco prima dell'attacco su Modena, dall' aereoporto di Reggio Emilia
si levarono in volo alcuni caccia dell'Aereonautica Repubblicana, quelli
della pattuglia "Asso di Bastoni"; ne faceva parte il solierese di
ventiquattro anni: GARAVALDI VINCENZO(31bis) venne abbattuto dalla caccia nemica precipitando con l'aereo nei
pressi di Molinella. Nell'Agosto 2000 è stato scoperto il punto dove cadde il
pilota modenese e recuperati i suoi resti, oltre a pezzi del suo "Macchi 205 Veltro". DOMENICA 14 MAGGIO 1944 Alla mezzanotte di questo giorno viene nuovamente lanciato il segnale
d’allarme sulla città. I modenesi, terrorizzati dall’incursione del
pomeriggio, si riversano nei rifugi e nelle campagne, ma fortunatamente, alle
tre, veniva annunciato il cessato pericolo. L’allarme scatterà ancora in
questa giornata creando il panico in tutti coloro che, feriti o in cerca di
sepolti tra le macerie, si aggiravano tra Ospedali e palazzi crollati. Il quotidiano locale usciva con questo titolo: “Arrivano i liberatori - La
bestiale incursione di ieri sulla città - Modena è stata oggetto di una
barbara e violentissima incursione.”(32) Questa serie di minacce raggiunse il suo scopo e i rappresentanti
della Democrazia Cristiana e del Partito
Liberale respinsero l’ordine del giorno socialista, proponendo una
sorta di compromesso che, “pur condannando l’incursione aerea del 13 maggio”,
non raggiungeva però la formulazione socialista. Il tentativo d’accordo fu
vano in quanto il rappresentante socialista, precisando che loro non erano
disposti a subire ricatti comunisti,
abbandonò la riunione. Nei giorni successivi si aggravò la tensione; il
componente socialista si rifiutava di
partecipare ad altre riunioni, creando così una netta frattura in seno al CLN
modenese.(31) Elenco dei caduti civili del primo e del secondo bombardamento aereo su Modena Caduti civili del bombardamento del 14 Febbraio 1944: Annovi Alfredo, Ansaloni Romeo, Artioli Roberto, Bandieri Franco, Bandieri Marco, Baraldi Domenico, Baricchi Pietro, Baschieri Walter, Benatti Celso, Bergamini Iris, Bonacini Bruna, Boni Guido, Borellini Ida, Boschetti Cesarina, Brandoli Alfeo, Buffagni Dolores, Camurri Lucia, Castelli Duilio, Cavalieri Giuseppe, Cavalieri Ildebrando, Cavani Edvige, Cavani Lorenzo, Cerlini Eugenio, Chiossi Vittoria, Cigarini Clementina, Cilloni Edda, Cravedi Alessandro, Delle Donne Sante, Ferraresi Giuseppe, Ferrari Teresa, Ferri Antonio, Ferri Simone, Forghieri Giovanni, Franci Gemma, Franzi Luigi, Fronzi Egidio, Gamberi Giuseppina, Garelli Giuseppe, Gasperini Ofelia, Giovanardi Carlo, Governatori Diego, Gozzi Maria, Gozzi Ubaldo, Grassi Ubaldo, Grenzi Alfredo, Gualtieri Gustavo, Guerzoni Giovanni, Guicciardi Vincenzo, Leonardi Edmondo, Malagoli Giovanni, Malaguti Romeo, Malavasi Antonio, Maletti Francesco, Maramotti Irma, Marchesi Onelio, Medici Clementa, Medici Irma, Medici Primo, Meletti Ornella, Menabue Raimondo, Meschiari Agostino, Meschiari Alberto, Miari Adele, Miglioli Cesira, Monari Leandro, Monesi Eugenia, Montorsi Angelo, Montorsi Giuseppe, Morselli Clementina, Nardini Giulia, Nardini Pia, Neviani Rosina, Oleari Ebe, Pagani Tommaso, Palazzi Andrea, Palazzi Marco, Panzetti Fausto, Papotti Giuseppe, Pellacani Marisa, Pini Arturo, Rampolli Alvaro, Rossi Italo, Rubbiani Massimiliano, Riccò Orlando, Sacchetti Alfeo, Sacchetti Wanda, Salotti Fernando, Salvalai Alberto, Santunione Arcangelo, Scapinelli Carlo, Scapinelli Fausto, Schiavoni Francesco, Spallanzani Stella, Stefani Ermanno, Taletti Attilio, Toni Alfeo, Vaccari Licia, Vandelli Renzo, Vidoni Giordano, Volpi Renato, Zanasi Alete, Zanfi Angiolino e due ignoti di sesso femminile. Da un elenco in Archivio
Associazione Fam. e Caduti della RSI. Caduti del2° bombardamento di Modena: da elenco in Archivio Ass. Caduti RSI Alberghini Antonietta,
Alberghini Athos, Allegretti Enrica, Anderlini Achille, Ascari Clementina,
Ascari Ermenegilda, Baldoni Maria, Bandieri Guglielmo, Barbieri Armanda,
Bertolani Genoveffa, Becchi Celestina, Benatti Graziella, Biondini Noè,
Boccabadati Fernanda, Bortolamasi Arnaldo, Bucci Alfonso, Cacciari Augusto,
Caiumi Renzo, Campedelli Mario, Campioli Nerio, Camurani Ermete, Casolari
Pia, Catellani Italo, Cattani Bruna, Cattani Cleto, Colzoni Graziella
Correggi Prospero, Corradi Emma, Dallari Libero, Debbia Dolores, Ferrari Ada,
Ferrari Zaira, Fiussi Raffaele, Gabrielli Francesco, Galli Elio, Gibertini
Bruno, Gibertini Elsa, Girotti Adele, Giusti Beatrice, Gozzi Ciro, Gozzi
Emma, Gozzi Franca, Gozzi Giorgio, Gozzi Giuseppe, Grandi Geminiano,
Lauretano Rosa, Leonardi Gilio, Lugli Aristodemo, Lugli Emilia, Luppi Egidio,
Malaguti Callisto, Mancorti Maria, Manzini Carlo, Marchesi Cleonice, Mari
Aldo, Mattioli Elvira, Mazzi
Giuseppe, Miglioli Carolina, Miligari Angela, Monari Dina, Montanari
Albertina, Moratti Paolina, Muzzini Carlo, Muzzini Domenica, Muzzini Wanda,
Pacchioni Giuseppe, Pasquoto Giancarlo, Pedretti Lucia, Preti Walter,
Prussiani Gaetana, Pulga Rosina, Rebecchi Romolo, Righi Franca, Roberti
Renata, Roncaglia Roberto, Rontani Romolo, Rossi Claudio, Rovatti Emilio,
Samuraghi Giuseppe, Savazzi Rosa, Scapinelli Elena, Sgarbi Luigia, Sighinolfi
Giuseppe, Sighinolfi Silvano, Silingardi Caterina, Simonini Ada, Simonini
Benito, Simonini Virginia, Storci Gino, Tagliazucchi Armenia, Tosatti Edi, Tosatti Maria, Tosatti Leda,
Tosatti Sida, Tozzi Maria, Truzzi Alce, Ugolini Ennio, Vaccari Gioacchino,
Valentini Nella, Vandini Ermida, Vanzini Artemisia, Veronesi Augusto,
Vigarani Teresa, Volpi Paola, Volpi Renata, Volpi Righi Clementina, Zagni
Alfonso, Zanasi Alberto, Zanasi Eros, Zanasi Nino, Zanasi Norma, Zoboli Anna,
e due ignoti di sesso maschile. I Danni dei bombardamenti a
Modena e Provincia Sempre in merito ai bombardamenti ed ai mitragliamenti aerei sulla
nostra provincia, è stato stilato, nel dopoguerra, un bilancio riassuntivo
che proponiamo all'attenzione di chi legge. BOMBARDAMENTI AEREI 1) con fortezze volanti in
città n. 3
in provincia n. 9 2) con caccia bombardieri in città n. 183 in provincia n. 1227 3) per azioni varie in città n. 860 in provincia n. 1353 DANNI SUBITI 1) Case distrutte in città n. 199 in provincia n. 599 2) Case danneggiate in
città n. 712 in provincia n. 3263 LE VITTIME 1) Morti
in città n. 368 in provincia n. 1016 2) feriti e mutilati in
città n. 879 in
provincia n. 1193 EDIFICI DISTRUTTI E
DANNEGGIATI PER RAPPRESAGLIA Case bruciate in
città 0 - in provincia n. 240 case danneggiate in città 0 - in provincia n. 938 Questi dati sono stati desunti dalla pubblicazione ufficiale dell’8
Dicembre 1947, in occasione della decorazione della medaglia d'oro al V.M.
alla città di Modena per la lotta di "resistenza". FINE CAPITOLO
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